La scatola nera

scatola neraDa un articolo di Giorgio Fontana su l'Internazionale la presentazione di The black box society (Frank Pasquale, Harvard University Press 2015) un saggio ricco di esempi che ci fa scoprire come sia avanzata la tecnologia sulla elaborazione dei dati personali che inconsapevolmente lasciamo durante la navigazione in internet e sull'uso che ne fanno coloro che questi dati acquisiscono e custodiscono.

"Per esempio, alcune ricerche online su una specifica malattia e la compilazione di un form solo in apparenza scollegato e il vostro nome potrebbe essere associato a questa malattia, pronto per essere venduto al database di un'azienda farmaceutica. E che dire del caso di Michele Catalano, che ha ricevuto la visita di una squadra antiterrorismo per avere cercato su Google "pentola a pressione" mentre suo marito cercava informazioni sugli zaini?

Anche le azioni più innocue (come aderire a un gruppo su Facebook) possono avere ripercussioni di cui non sappiamo nulla (per esempio, che l'adesione a quel gruppo ci impedirà di fare domanda per un certo impiego)."

Il sito di Giorgio Fontana

L'articolo su l'Internazionale

Un adolescente su quattro svolge i compiti online

Utilizzo di internet e smartphone nei giovani tra i 9 e i 16 anniUna ricerca finanziata dal Safer Internet Programme della Commissione Europea e pubblicata dall'OssCom di Università Cattolica sull' Utilizzo di internet e smartphone nei giovani tra i 9 e i 16 anni

Dalla ricerca Net Children Go Mobile emerge che il 34% dei ragazzi produce e si scambia video e immagini su Whatsapp e Instagram, il 43% dei ragazzi tra i 13 e i 16 anni svolge i propri compiti online. Il 38% dei giovani italiani accede a internet con il proprio smartphone

Milano, 12 maggio 2015 – Messaging e condivisioni, ma anche un aiuto efficace per svolgere i compiti. La ricerca Net Children Go Mobile, finanziata dal Safer Internet Programme della Commissione Europea e pubblicata dall'OssCom di Università Cattolica, rivela i dati sull'utilizzo di internet e dei social network tra i giovani e giovanissimi dai 9 ai 16 anni.

Il 96% dei 13-14enni che utilizza internet ha dichiarato di avere un profilo sui social, mentre nel 2010 era solo il 68%, per i 15-16enni invece si è passati dall'80% al 93%. È in aumento anche l'uso di Whatsapp: la percentuale degli utenti online tra i 9 e 16 anni che lo utilizza è passata dal 43% nel 2010 al 57% nel 2014.

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Un glossario sul Cybercrimine dal Ministero della Giustizia

Il ministero della giustizia ha pubblicato un glossario sul Cybercrime on line che comprende i termini gergali più comuni, e anche quelli più esotici, relativi ai comportamenti illetici, scorretti o pericolosi che si praticano in rete. Il glossario, che è pubblicato in italiano e in inglese, oltre a spiegare il significato delle parole, definisce anche se è un comportamento a rischio, vietato o illegale. Nel caso si tratti di un reato, come per esempio il "Phishing", vengono specificati gli articoli di legge violati e se la fattispecie è applicabile ai minori.

"Spesso i cyberbulli non hanno idea dei reati che commettono e del danno che provocano. E' necessario affrontare il problema non solo dal punto di vista penale e punitivo ma educativo e preventivo" dice il ministro della Giustizia Andrea Orlando, promotore dell'iniziativa.

 

L'agenzia per l'Italia Digitale promuove il progetto Consapevolezza digitale

L'Agenzia per L'italia Digitale, una iniziativa della Presidenza del Consiglio dei Ministri, promuove il progetto Consapevolezza Digitale e lo pubblica sul sito istituzionale.

Il progetto è stato inserito tra le proposte innovative volte a migliorare il rapporto tra i cittadini e l'uso dei media digitali, in quanto si propone di monitorare la consapevolezza digitale degli adolescenti tra i 12 e i 18 anni con la somministrazione di un questionario, agire per colmare le lacune attraverso la formazione degli insegnanti perché trasmettano agli studenti le buone pratiche e verificare il risultato.

Sempre più piccoli

L'offerta di contenuti dedicati ai bambini si allarga a fasce di età sempre più basse. Con la scusa di maggiore protezione, sezioni o social media interamente dedicati ai giovanissimi consumatori nascono ogni giorno. L'ultima novità è la piattaforma YouTube Kids: è nata proprio per condividere contenuti appropriati per i più piccoli, ma è quella dove la pubblicità è più pervasiva e intensa. "YouTube Kids è l'ambiente mediatico per bambini più ipercommercializzato che abbia mai visto" dice un docente di comunicazione americano, secondo l'articolo di Simone Cosimi uscito il 13 aprile 2015 su Repubblica on line.

 

I media digitali amplificano i pericoli

«Le gite sono sempre state pericolose ma negli ultimi anni lo sono diventate molto di più», avverte Mario Rusconi vicepresidente dell’Associazione nazionale presidi.
Come mai?
«I ragazzi hanno strumenti molto potenti che permettono di sfuggire più facilmente ai controlli e di provocare conseguenze molto più devastanti con le loro mascalzonate».
I telefonini? E i genitori non sono di grande aiuto in questi casi.
«Da venti anni i genitori sono il peggior nemico dei professori. Molti di loro sono responsabili ma molti di più non lo sono, difendono ogni nequizia dei figli. Non si rendono conto che ci sono degli obblighi da rispettare, in particolare alle Superiori, dove i ragazzi hanno più di 14 anni, e gli atti non sono solo di bullismo ma vere e proprie mascalzonate anche abbastanza gravi».
Quali?
«Quando il preside ha sentore che ci possa essere una responsabilità penale in un gesto deve segnalarlo all’autorità giudiziaria. Non le si può trattare come ragazzate o goliardate, sono atti delinquenziali. Le scuole intervengono con sanzioni come le sospensioni ma anche chiedendo ai ragazzi atti riparatori, ad esempio mandandoli in strutture come la Caritas o Emergency».

Da un articolo su La Stampa del 7 aprile 2015

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